Emilia Ciardi Vanin

Pensieri tratti dal suo Diario

Emilia Ciardi Vanin

Emilia Ciardi Vanin

13 febbraio 1945
Le sole vere dolcezze della mia vita sono quelle che mi vengono dal bene che posso fare. Grande é il conforto che trovo nel sollevare le pene dei sofferenti.
Io amo queste mie forze spirituali, poichè esse racchiudono uno degli scopi della mia esistenza.

Cuore-inseausto_Emilia-Ciardi-Vanin8 febbraio 1945
La guerra ha mutato ogni cosa e ha sconvolto anche le nostre naturali tendenze.
Al mattino, invece di sorridere al divino astro nascosto, datore di luce e di calore, lo guardiamo con terrore, pensando che uomini di ogni paese sono felici di poter mettere in moto un maggior numero di velivoli per la quotidiana battaglia. Siamo giunti a temere il sole e a sorridere alla pioggia.

10 marzo 1945
Quanto più cresce la tempesta intorno a me, tanto più mi sento forte, di quella forza che mi infonde Iddio, allorché mi rivolgo a Lui coi pensieri più semplici e puri. Le giornate sarebbero per me eterne e piene di spaventi se non fossi riuscita a renderle brevi e meno agitate, scrivendo per ore ed ore le mie impressioni. Ho abbreviato così il tempo, sollevando il mio animo in un mondo spirituale, dove esso si muove ed agisce, libero dalle miserie umane.

21 marzo 1945
Credo in Dio e mi piace vivere nella solitudine e nel mistero delle sue grandi leggi. Anche Beppe aveva la medesime fede e quando parlava di Cristo si vedeva risplendere il suo volto di una luce nuova. Egli diceva che seguir la legge di Cristo, nell’aiutare il prossimo, nel silenzio del proprio cuore, è la cosa che più ci avvicina a Dio. La Vita di Beppe trascorse in una missione di intenso lavoro e di opere di bene.

25 marzo 1945
Cristo che é in me mi fa vivere ore di vita tutta spirituale, in una dolcezza segreta che, talvolta, mi commuove.
Colla fede, la vita sorride anche attraverso le tribolazioni.

Ogni foglia che nasce e muore ci fa pensare a Lui, alla sua grandezza, alla sua potenza. Dio ha dato tutto all’uomo e questi si é reso indegno di tanta generosità.

O gialla farfalla, che coll’apparire della prima luce, ti posi su ogni fiore delicato, aspirandone il soave profumo, tu puoi conversare coi fiori e conoscerne il muto linguaggio. O gentile farfalletta, che voli leggera ad allettare la nostra pupilla, ti osservo quando ti posi sugli alberi in fiore e rapida passi di ramo in ramo, quasi volessi sussurrare ad ogni fiore una parola d’amore in un soffio di poesia. Anche tu sei inviata da Dio per arricchire la nostra terra di un maggior incanto.
Vi amo assai, care farfallette: vorrei ritornare bambina per poter, leggera al pari di voi, inseguirvi sui prati e tra le aiuole.

Pasqua 1945
Il giorno é trascorso radioso di luce. Ogni albero in fiore, nel suo pieno rigoglio, profuma l’aria d’intorno.

4 aprile 1945
Mattino divino, superbo di sole e di azzurro. Dagli alberi in fiore, freschi della rugiada della notte, si sprigiona un acuto profumo che allieta ed incanta.

Giardino-Casa-Beppe-Ciardi_obrigado_web7 aprile 1945
Vivere accanto alla natura, sensibili alle voci dell’anima e in silenzio, per meglio gustare l’incanto del creato, è cosa che ci fa ancora gioire; è l’unica fonte di pace e di oblio da cui possiamo ancora attingere forza e vita.
L’usignolo, di buon mattino, in vetta al pino, fa udire le sue note melodiose. Il musicista e il poeta godono di tanta delizia mattutina. L’agricoltore invece, occupato a spargere il seme che sarà domani il pane della sua famiglia, neppure se ne accorge.
È dolce il lavoro dei campi nelle prime ore del giorno, quando tutto è fresco e rugiadoso, quando il profumo ha ancora aliti di purezza e di verginità.
L’uomo s’impegna con tutte le sue forze nel suo lavoro quasi che dipenda soltanto da sé lo sviluppo della pianticella germogliata dal seme dianzi sparso; è Dio invece che guida ogni cosa nascostamente, senza far pompa della sua potenza. La mano dell’agricoltore a nulla servirebbe senza l’intervento divino.

8 Aprile 1945
Vi sono terreni che non danno frutto, per quanto ben lavorati dalle mani dell’uomo. In tali terreni il seme è sparso inutilmente, poiché non si sviluppa affatto o così lentamente da non arrivare a maturazione.
Lo stesso accade con certi esseri ai quali cerchiamo di avvicinarci con affettuosa gentilezza, con dolcezza amorosa, nella speranza di poter trarre dai loro animi i frutti del buon seme che abbiamo gettato. Quanto invece ne restiamo delusi!

12 aprile 1945
La bontà, la volontà e la perseveranza, sono le doti più belle che possa possedere un uomo. Esse rendono bella e feconda di opere la sua esistenza perché egli sa sopportare con serenità la fatica e il peso della rinuncia.

15 aprile 1945
L’anima gentile e buona ama spargere il bene intorno a sé, cerca di sollevare quei cuori che vivono di lagrime e di chiuso dolore. L’occhio di un’anima sensibile sa leggere l’interno affanno degli altri, anche se il sorriso aleggia sul volto atteggiato a serenità.

Ti son grata o Signore della possibilità che sempre mi dai, di dimenticare i miei affanni nel lenire quelli degli altri.
E’ la voce di Dio che domina l’animo mio e ne regola i moti.

Casa_Beppe_Ciardi18 aprile 1945
Ieri venne il signor Parroco di questo paese per la benedizione della casa.
Il reverendo ebbe l’infelice idea di rimproverarmi per il fatto che io non sono osservante né frequentatrice della Chiesa. È vero, vado assai poco in Chiesa, anche per motivo della mia incerta salute. Però non esco quasi mai dai cancelli della mia casa: la mia vita si svolge solamente ed esclusivamente dentro questo mio Sacrario.
In passato solevo farmi accompagnare tutte le domeniche al cimitero: oggi non esco neanche per questo, benché tali visite costituissero tutto il mio conforto.
Ammetto di essere ignorante in fatto di religione, ma ciò non vuol dire che io non sia cristiana e che non rispetti le leggi dettate dalla Chiesa.
La mia fede è cieca: credo in Dio. Vivo di Dio e delle gioie della vita spirituale che costituiscono tutto il conforto della mia esistenza.
Percorro una via di bene e di sacrificio uniformandomi ai doveri verso Dio e verso il prossimo, soprattutto verso quel prossimo sofferente che ha bisogno di ogni aiuto morale e materiale. Iddio mi ha fatto dono di una piccola sostanza, permettondomi di usarne secondo i dettami del mio cuore. Ma, in passato, quando le mie condizioni finanziarie erano peggiori, pur solevo dividere col povero, il poco che avevo: domani se Dio mi toglierà queste piccole risorse e mi lascerà la vita, ho ferma convinzione di non mutare e dividerò ugualmente quel poco che mi rimarrà.
Non è religione questa?
Cristo che quasi tutti vanno a cercare in Chiesa, io lo sento, dentro di me, vivo e palpitante.
Nel silenzio della mia esistenza medito sulla vita, passione e morte di questo Cristo, fattosi uomo per salvare l’umanità peccatrice e, meditando, la mia commozione giunse talvolta al pianto.
Non è fede questa?
Mi inchino davanti al sole, agli astri tutti, alla maestà del creato, perché in ogni cosa intravedo la potenza creatrice di Dio.
Oh non mi togliete la grandiosità della mia fede che io sento assai viva e potente! La sento sprone al bene ed al sacrificio.
Lasciatemi questa mia fede consolatrice e, se dovessi sbagliare, non giudicatemi voi uomini, ma lasciate a Dio solo la facoltà del premio o del castigo.

19 aprile 1945
La fede é di grande aiuto all’uomo per proseguire il suo cammino. Più egli la sente forte, più si sente sereno e trova in essa le migliori energie per attuare i suoi propositi.

23 aprile 1945
La signorilità innata è sempre una caratteristica che fa piacere; ma essa non è sufficiente: alla signorilità dei modi vanno aggiunte l’educazione del cuore e la generosità delle opere.

27 aprile 1945
L’animo ‹mio› si raccoglie sempre più in se stesso per meglio ascoltare tutte le voci che Dio ama far sentire solo a coloro che vivono nel silenzio e nella preghiera.

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Pensieri di Emilia Ciardi Vanin in memoria di Guglielmo Ciardi nel centenario della nascita 1842 – 1942

Non dire mai: la vita è finita. Ogni giorno che nasce si presenta sotto nuovo aspetto, e tu potrai, con l’aiuto di Dio, portare a compimento nuove opere.

Maestro Innocente Vanin

Il maestro di musica Innocente Vanin, secondo marito di Emilia Ciardi

 

 

 Pensieri scelti da pfc


Chopin – Preludio op. 28 n. 15 “La goccia”
brano amato dal maestro Innocente Vanin e da sua moglie Emilia Ciardi